Sclerosi multipla e riabilitazione

9 Gennaio 2021

Sclerosi multipla e riabilitazione
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La sclerosi multipla è una malattia degenerativa del SNC che si caratterizza per perdita della mielina e risparmio assonale.

Il processo infiammatorio, scatenato dal sistema immunitario, può danneggiare sia la mielina (guaina che circonda e isola le fibre nervose) sia le cellule specializzate nella sua produzione (oligodendrociti) che le fibre nervose stesse.

Questo processo, detto demielinizzazione, può provocare aree di perdita o lesione della mielina, che vengono definite placche. Possono presentarsi ovunque nel sistema nervoso centrale, in particolare nei nervi ottici, cervelletto e midollo spinale. Le placche possono evolvere da una fase infiammatoria iniziale a una fase cronica, in cui assumono caratteristiche simili a cicatrici (dette sclerosi). Rimandiamo ad un altro articolo le probabili cause.

In base all’entità e alla sede della lesione nel sistema nervoso centrale possono manifestarsi sintomi anche molto diversi tra loro ma fortunatamente oggi abbiamo diversi strumenti per diagnosticarla.

Ruolo della riabilitazione nella sclerosi multipla

La riabilitazione mira a massimizzare l’indipendenza funzionale attraverso la stabilizzazione della funzione, la riduzione della disabilità e la prevenzione di complicanze secondarie, attraverso un processo educativo che incoraggia l’indipendenza dell’individuo.

In altre parole è un processo di cambiamento attivo attraverso il quale una persona disabile acquisisce e usa le conoscenze e le abilità necessarie per rendere ottimali le proprie funzioni fisiche, psicologiche e sociali. Si effettua una presa in carico globale con un progetto riabilitativo d’equipe e si instaurano programmi riabilitativi in rapporto alle aree funzionali che si decide di attivare. Nel progetto riabilitativo utile è la classificazione ICF che aiuta ad avere una fotografia migliore della persona da prendere in carico.

Importante è considerare i diversi aspetti clinici della patologia: la fatica (programmando l’esercizio in una fase submassimale di affaticabilità valutando la fatica tramite specifiche scale di valutazione) , il programmi formativi su attività fisiche più idonee, i programmi di counselling socio-lavorativo, il supporto psicologico. In altre fasi possono essere indicati gli interventi fisioterapici, la riabilitazione dei disturbi urinari (riabilitazione perineale coadiuvata o meno da BFB) o la terapia occupazionale.

E’ importante inoltre la valutazione della spasticità: capire se la spasticità può essere utile al fine della corretta deambulazione e se non è utile effettuare tecniche di inibizione (iniziando ad eliminare le spine irritative come i disturbi vescicali). Nelle fasi avanzate possono essere invece indicati i programmi preventivi delle complicanze secondarie, il nursing riabilitativo, la logopedia. Non c’è una riabilitazione standard, i bisogni sono differenti e quindi di conseguenza i progetti riabilitativi con i suoi interventi sono personalizzati.

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