Piedi piatti nel bambino: come riconoscerli

16 Dicembre 2021

piedi piatti

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Cosa si intende per piedi piatti

Si parla di piedi piatti quando l’arco plantare mediale è più basso della norma oppure è proprio assente. Si tratta quindi di un’alterazione anatomica che fa sì che la parte centrale interna del piede appoggi del tutto, o quasi, al suolo. In condizioni normali i piedi presentano, a livello del bordo interno, una zona rialzata che si stacca dal suolo e che si chiama arco plantare mediale o volta longitudinale interna.

L’altezza dell’arco plantare mediale varia da persona a persona. Se l’arco plantare è dell’altezza giusta il peso del corpo si distribuisce in maniera corretta e il passo è meno faticoso, inoltre c’è meno probabilità di sviluppare alterazioni nella postura e quindi lesioni muscolo-scheletriche ai piedi e alla colonna vertebrale.

Le persone che invece hanno i piedi piatti poggiano tutta la parte centrale del piede sul suolo e così distribuiscono il peso su tutto il piede generando a lungo andare dolore e fenomeni degenerativi dei legamenti, muscoli e articolazioni.

Solitamente la malformazione dei piedi piatti è bilaterale ma può succedere che si presenti ad un piede solo.

Quando preoccuparsi del piede piatto nei bambini

Fino ad una certa età è normale che il bambino abbia i piedi piatti. Ciò si verifica fondamentalmente perché l’arco plantare si deve ancora sviluppare e perché i piedi dei bambini presentano molto tessuto adiposo tanto che la volta longitudinale interna è scarsamente visibile. Questo strato in eccesso di grasso ha lo scopo, in questa fase della vita, di proteggere le ossa ancora fragili del bambino.

Pian piano con la crescita i piedi diventano più snelli e l’arco plantare tende progressivamente ad accentuarsi. Fino ai 5 anni di età è quindi una condizione assolutamente normale. Il retropiede cresce gradualmente e pian piano la volta plantare si accentua.

Bisogna preoccuparsi quando la volta plantare non si evidenzia dopo i 5 anni, in questo caso bisogna rivolgersi ad uno specialista ortopedico per la valutazione del caso.

Quali sono le cause

Si può trattare di una condizione congenita che viene trasmessa come caratteristica somatica da parte di uno dei genitori.

In altri casi tale condizione può essere dovuta ad una situazione adattativa che il bambino mette in atto per contrastare determinati fattori come per esempio un trauma alla caviglia, una patologia neuromuscolare o neurologica come la distrofia muscolare o la spina bifida, una malattia del tessuto connettivo come la Sindrome di Ehlers-Danlos oppure una malformazione congenita dello sviluppo del piede in epoca fetale.

Anche l’obesità nel bambino favorisce la formazione del piede piatto, come anche l’uso prolungato di scarpe inadeguate.

Quanto è grave il piede piatto

Solitamente la gravità del piede piatto viene quantificata in tre stadi:

1° stadio: l’arco plantare è ridotto però è ancora presente e il dolore non c’è;

2° stadio: la volta plantare non è visibile e il piede presenta alterazioni morfologiche;

3° stadio: l’arco plantare è totalmente assente e la deformazione del piede è irreversibile.

Come di fa diagnosi

Per porre diagnosi del piede piatto è necessario effettuare un’accurata anamnesi e un altrettanto dettagliato esame obiettivo.

Si sottopone il bambino alla podoscopia che è un esame specifico che permette di valutare l’impronta plantare.

Si esegue inoltre la baropodometria computerizzata che consiste nella scannerizzazione del piede e nella sua visualizzazione sullo schermo. Quest’ultimo esame permette di studiare bene la situazione e di realizzare plantari su misura che si adattano benissimo al piede. Altro esame importante è la radiografia del piede sotto carico.

Terapia dei piedi piatti

La fisioterapia è sicuramente molto efficace ed utile perché permette di aumentare il trofismo dei muscoli del piede.

Dopo i 5 anni d’età si possono prescrivere i plantari ortopedici su misura oppure le scarpe ortopediche. Sono molto utili a far sì che il bambino abbia una postura corretta.

In ultimo abbiamo l’opzione chirurgica che si consiglia solo se il bambino presenta una deformità importante del piede tale da provocare dolore intenso. L’intervento è mini-invasivo e mira a ripristinare l’anatomia del piede correggendo la deviazione del calcagno.

Bibliografia

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