Citisina: un valido aiuto per smettere di fumare

1 Febbraio 2023

Citisina un valido aiuto per smettere di fumare

Come e perché smettere di fumare?

Il fumo di sigaretta è responsabile della morte ogni anno nel mondo di circa 6 milioni di persone. Secondo i dati del “Rapporto sul fumo in Italia”, presentato in occasione della Giornata mondiale contro il tabacco 2022 si è visto che un italiano su quattro (il 24,2% della popolazione) è un fumatore: una percentuale che non era stata mai più registrata dal 2006.

Sicuramente l’aumento dei fumatori rilevato dal report è un segnale che desta preoccupazione. Nel nostro articolo tratteremo la citisina, un rimedio farmacologico disponibile in Italia dal 2015 ma ancora poco conosciuto ed utilizzato per smettere di fumare.

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Cosa contiene il fumo di sigaretta

Nel fumo di sigaretta sono presenti circa quattromila sostanze dannose che provocano intossicazione cronica. Tra queste sostanze abbiamo la nicotina, il monossido di carbonio, l’acido cianidrico, il toluene, l’acetone, il catrame, l’ammoniaca, l’acroleina, l’acrilonitrile, il cianuro di idrogeno e la metilammina.

Il monodossido di carbonio è inodore, diffonde facilmente e non viene trattenuto dal filtro, provoca l’aumento dei valori di carbossiemoglobina e fa sì che si riduca il trasporto dell’ossigeno ai tessuti.

La nicotina invece è un alcaloide che stimola specifici centri del sistema nervoso centrale e provoca dipendenza neurobiologica che in termini tecnici è detta “addiction” proprio come fanno alcune droghe come l’eroina oppure la cocaina.

La formaldeide è tossica e cancerogena. Provoca irritazione oculare e delle vie respiratorie, favorisce lo sviluppo il carcinoma della rinofaringe e la leucemia.

Le sigarette contengono anche il benzene che è un componente del petrolio, ha azione tossica e cancerogena e provoca la comparsa del tumore alle cavità nasali, alla bocca, al polmone e alla pelle, favorisce anche il cancro al seno e le leucemie.

Vi è anche l’arsenico che è un vero e proprio veleno! Provoca danni sul cuore, sul cervello e sull’apparato digerente.

Poi abbiamo una serie di metalli come il cromo e il cadmio che sono altamente tossici, cancerogeni e hanno la capacità di compromettere la fertilità.

Sigaretta elettronica: meno dannosa della tradizionale?

Nel mese di aprile 2021 è stato pubblicato il parere finale del Comitato scientifico della Commissione europea, che valuta i rischi e gli effetti sulla salute dati delle sigarette elettroniche. Il Comitato si è espresso affermando che esistono diversi elementi che provano che le sigarette elettroniche sono dannose per l’organismo.

Gli effetti nocivi si esplicano sul sistema cardiovascolare incrementando il rischio di infarto del miocardio ed ictus. Inoltre le sigarette elettroniche hanno effetti cancerogeni sulle vie respiratorie per via dell’acetaldeide, formaldeide e nitrosammina.

Importante è sottolineare che la scarsa informazione e la presenza di aromi forti contenuti nel fumo delle sigarette elettroniche incentivano l’iniziazione del loro utilizzo in persone non fumatrici che apprendono quindi il vizio del fumo proprio attraverso l’uso della sigaretta elettronica.

Dall’altra parte si è visto che le prove a sostegno dell’efficacia delle sigarette elettroniche nell’aiutare i fumatori a smettere di fumare sono molto scarse.

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Come smettere di fumare

Oggi si può smettere di fumare.
Esiste la possibilità di effettuare una cessazione assistita farmacologicamente che ha il grande vantaggio di ridurre notevolmente i sintomi della sindrome astinenziale dalla nicotina.

Normalmente infatti l’astinenza dalla nicotina provoca sbalzi di umore, irritabilità, deficit dell’attenzione, stipsi, iperfagia, rabbia ecc. In Italia abbiamo diverse formulazioni farmaceutiche dei sostituti della nicotina tipo i cerotti transdermici, le compresse, gli spray orali e le gomme da masticare ecc.

Purtroppo il rilascio della nicotina da parte di queste formulazioni non è rapido come quello che avviene nel fumo e pertanto non offre il senso di benessere e soddisfazione che si ha nel fumare, ma almeno si evita l’inalazione delle sostanze cancerogene.

Può essere utile il bupropione che è un farmaco anti-depressivo che si è dimostrato essere efficace nel ridurre il fumo, presenta però diversi effetti collaterali che non sono tollerati da tutti, come per esempio la comparsa di disturbi del sonno.

Citisina: che cos’è

La citisina è un alcaloide naturale che viene ricavata soprattutto dal maggiociondolo, una pianta conosciuta anche con il nome di “fake tobacco” (finto tabacco). Studi recenti pubblicati nel 2015 hanno evidenziato che il trattamento a base di citisina può aiutare molto a smettere di fumare e addirittura si è visto che è più efficace della classica terapia sostitutiva nicotinica. La citisina è commercializzata nei paesi dell’Europa dell’est con il nome di Tabex®.

In Italia, invece, la citisina è disponibile dal maggio 2015 come preparazione galenica in farmacia sottoforma di capsule rigide di 1,5 mg.

Citisina: come agisce

La citisina è un agonista parziale dei recettori nicotinici α4β2 presenti a livello cerebrale (che sono gli stessi recettori a cui si lega la nicotina che derivante dal fumo) e va a svolgere un’azione nicotino-simile.

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Quindi diminuisce i sintomi dell’astinenza ed elimina la gratificazione e il piacere che induce il fumo. Solitamente si tratta di un farmaco molto ben tollerato, possono però tuttavia svilupparsi degli effetti collaterali come per esempio mal di testa; nausea, vomito, vertigini, astenia, pirosi gastrica e tachicardia.

Il trattamento dura circa 25 giorni ed è necessario smettere di fumare entro il quinto giorno di terapia. Di solito durante i primi tre giorni di trattamento si comincia con l’assumere 1.5 mg di farmaco sei volte al dì. Poi la dose giornaliera viene pian piano diminuita. Può essere prescritta da qualsiasi medico con ricetta ripetibile massimo 10 volte in 6 mesi.

Grazie a questo farmaco si stima che dal 30% al 70% dei fumatori riesce a smettere di fumare evitando i sintomi fastidiosi dell’astinenza. Ovviamente è importantissimo integrare la terapia alle tecniche comportamentali e alla spinta volontaria.

Fonti
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