Citomegalovirus in gravidanza: un’infezione pericolosa ma poco conosciuta

5 Ottobre 2020

citomegalovirus in gravidanza
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Citomegalovirus, trasmissione e infezione materno-fetale

L’infezione da citomegalo gravidanza, può causare gravi conseguenze soprattutto nel nascituro. Il citomegalovirus umano è un virus appartenente alla famiglia degli Herpesvirus, estremamente diffuso a livello globale. È una delle principali cause di infezione intrauterina e congenita.

Non bisogna confondere quest’infezione da quelle trasmesse sessualmente come ad esempio la gonorrea o le infezioni fungine come la candidosi.

Le conseguenze più pericolose per i neonati si verificano quando la madre viene infettata nel primo periodo della gravidanza. I neonati possono essere affetti da diverse condizioni, come perdita dell’udito, ritardo mentale e deterioramento motorio e cognitivo.

I dati disponibili mostrano che la trasmissione avviene da persona a persona tramite i fluidi del corpo, quali sangue, saliva, urina, lacrime, liquido seminale, secrezione vaginale e latte, e proprio per questo si trasmette facilmente nell’ambiente domestico e nelle comunità scolastiche.

L’infezione materna da CMV viene classificata come primaria quando è acquisita per la prima volta durante la gravidanza in una donna precedentemente sieronegativa, e secondaria quando avviene per riattivazione del virus latente o per reinfezione con un nuovo ceppo di CMV in una donna che aveva già contratto l’infezione.

L’importanza della prevenzione

Poiché un vaccino non è disponibile ad oggi, l’unico modo per prevenire l’infezione è mettere in atto delle misure igieniche come evitare contatti stretti con i bambini (in particolare la loro saliva o urina) e lavarsi accuratamente le mani dopo questo tipo di contatti.

Inoltre, non sono disponibili trattamenti per l’infezione primaria da citomegalovirus durante la gravidanza. Per questi motivi, le misure igieniche sono l’unico mezzo efficace per prevenire sia l’infezione da citomegalovirus durante la gravidanza che le complicazioni ai neonati.

A tal proposito un recente studio ha dimostrato che lo screening per identificare le donne sieronegative per citomegalovirus e un intervento informativo su queste donne hanno ridotto il tasso di nuove infezioni e complicanze.

Lo studio effettuato: risultati allarmanti

Attraverso un’indagine basata su questionari si è cercato di valutare il livello di conoscenza dell’infezione da citomegalovirus, delle sue conseguenze e delle misure di prevenzione nelle donne in gravidanza. L’obiettivo era quello di stimare la necessità di campagne informative col fine di ridurre le infezioni primarie in gravidanza.

Quindi, si è deciso di indagare il livello di conoscenza delle donne in gravidanza al fine di valutare la necessità di campagne informative. I risultati del nostro studio sono piuttosto allarmanti perché circa il 44% delle donne intervistate non aveva una conoscenza sufficiente del citomegalovirus correndo il rischio di acquisirlo durante la gravidanza. Inoltre, circa il 23% delle donne intervistate non sapeva che l’infezione da citomegalovirus potrebbe avere conseguenze pericolose per il neonato.

Sono state riportate anche informazioni fuorvianti, poiché oltre il 65% delle donne intervistate ritiene che alcune misure igieniche (come evitare di mangiare carne cruda e il contatto con i gatti) dovrebbero essere applicate per prevenire l’infezione da citomegalovirus. Ciò indica chiaramente confusione tra citomegalovirus e toxoplasmosi.

Anche quando si prendeva in considerazione il livello di istruzione, anche se la conoscenza del citomegalovirus era più alta nelle donne con un livello di istruzione migliore, tutte avevano una scarsa comprensione del problema. Inoltre, le donne alla loro prima gravidanza e le donne pluripare hanno fornito un numero simile di risposte sbagliate. Questo risultato indica la necessità di implementare campagne informative nella popolazione generale delle donne in gravidanza.

Le campagne informative sono fondamentali per prevenire l’infezione da citomegalovirus in gravidanza

I risultati di questo sondaggio indicano la necessità di consigliare le donne per prevenire l’infezione primaria da citomegalovirus durante la gravidanza e supportano anche le raccomandazioni stabilite dall’American College of Obstetrics and Gynecologists (ACOG) che le donne incinte dovrebbero essere istruite sulla prevenzione del citomegalovirus.

Occorrono campagne informative non solo per le donne alla prima gravidanza ma anche per quelle già madri. Suggeriamo che potrebbe essere utile informare le ragazze in anticipo, probabilmente durante la scuola secondaria. Questo tipo di intervento aiuta a ridurre le infezioni primarie da citomegalovirus e i loro effetti durante la gravidanza.

Non ultimo, data la dimostrazione di un evidente beneficio di questo intervento, il test sierologico per il citomegalovirus in gravidanza dovrebbe essere inserito nella lista degli esami rimborsati dal Sistema Sanitario Nazionale italiano e dovrebbe essere raccomandato da linee guida.

Bibliografia

Visconti F. et al., Knowledge of Human Cytomegalovirus Infection and Prevention in Pregnant Women: A Baseline, Operational Survey; PMC, 2017;

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