Dolore ai piedi: quali sono le cause, i disturbi e i rimedi efficaci da seguire
21 Dicembre 2020
Parla con lo specialista
Specialista in: Ortopedia - 30 min. 95.00 € |
Circa il 30% della popolazione generale soffre di dolore ai piedi. Spesso i disturbi che interessano i piedi, oltre a provocare disagio e dolore, possono provocare disabilità ed espongono maggiormente al rischio di cadute.
La maggior parte dei problemi che possono interessare i piedi non ha bisogno di trattamenti complessi. Dopo la diagnosi clinica, queste condizioni possono infatti essere gestite con farmaci da banco e/o rimedi casalinghi, con il supporto del medico di medicina generale.
Elencheremo in questo articolo i disturbi più frequenti e i loro possibili trattamenti.
Se accusi dolore ai piedi e non conosci ancora la causa o se ti è stato diagnosticato uno dei disturbi che causano il dolore ai piedi, puoi chiedere un consulenza a un ortopedico online a cui porre tutte le domande che desideri.
Fascite plantare
La fascite plantare è l’infiammazione della fascia muscolare che riveste la pianta del piede, coinvolgendo in particolare il legamento arcuato che collega il tallone alle dita dei piedi. Questo legamento è sottoposto a notevoli sollecitazioni durante la deambulazione, la corsa e soprattutto i salti, svolgendo un ruolo cruciale nella trasmissione del peso corporeo al piede. L’infiammazione si manifesta frequentemente negli atleti, ma anche nelle persone obese, in sovrappeso e nelle donne in gravidanza. È comune altresì in coloro che indossano calzature che esercitano eccessivo stress sul tallone e sul legamento arcuato del piede. Una possibile conseguenza dell’infiammazione è lo sviluppo della tallonite.
La fascite plantare si caratterizza per un dolore tipicamente più intenso al mattino, appena alzati dal letto. Il dolore tende a diminuire dopo i primi movimenti per poi riacutizzarsi dopo prolungati periodi di immobilità.
I sintomi si risolvono nell’80% dei casi con l’impiego di farmaci da banco per il dolore, generalmente entro sei mesi dall’inizio del trattamento. Tra i rimedi possibili vi sono diverse misure volte a contrastare fattori biomeccanici e ambientali responsabili dell’insorgenza dell’infiammazione, come una serie di esercizi di stretching e rafforzamento della fascia plantare. È fondamentale l’utilizzo di dispositivi specializzati, quali stecche e plantari. Recentemente, si è attestata l’efficacia terapeutica delle terapie a base di onde d’urto, una metodica non invasiva che apporta benefici antinfiammatori, antidolorifici e stimola la riparazione tissutale.
Le onde d’urto sono onde acustiche che si propagano nei tessuti in sequenza rapida e ripetuta, esercitando una sorta di “micro-massaggio” profondo che induce le cellule a produrre sostanze antinfiammatorie e fattori di crescita.
Alluce rigido
L’alluce rigido è una patologia degenerativa, dovuta ad un processo artrosico, che si sviluppa a carico dell’articolazione dell’alluce ovvero l’articolazione metatarso-falangea del primo dito del piede. È caratterizzata da una progressiva riduzione della mobilità dell’alluce che non riesce più a flettersi ed estendersi. È una patologia abbastanza comune, colpisce infatti oltre il 40% degli uomini e il 50% delle donne entro i 70 anni d’età.
L’alluce rigido si manifesta con dolore articolare, gonfiore e progressiva limitazione del movimento dell’alluce. Con il tempo le riacutizzazioni diventano sempre più frequenti e gravi, e talvolta hanno sintomi simili alla gotta.
Un’ampia analisi retrospettiva ha evidenziato che i sintomi dell’alluce rigido di solito migliorano senza intervento chirurgico. Tra i possibili rimedi abbiamo gli inserti rigidi e le scarpe con la suola dura che sono capaci di alleviare il dolore limitando il movimento dell’articolazione metatarso-falangea. Addirittura si è visto che l’uso di calzature modificate è più efficace dell’assunzione di farmaci antiinfiammatori non steroidei. Talvolta, vengono indicate calzature tipo MBT (cioè a dondolo), in quanto consentono di ridurre il movimento della prima articolazione metatarso-falangea durante la deambulazione, ma sebbene alcuni esperti ne raccomandino l’uso, la loro efficacia non è stata ancora studiata.
Alluce valgo
L’alluce valgo consiste nella deviazione laterale del primo dito del piede verso le altre dita con contemporanea sporgenza del primo osso metatarsale. Si tratta quindi di una deformazione ossea che spesso si associa all’infiammazione della borsa mucosa alla base dell’impianto dell’alluce stesso.
È più diffuso nelle donne, si verifica infatti nel 26% delle donne di età compresa tra 18 e 65 anni e nel 36% di quelle di età superiore ai 65 anni d’età. Il principale fattore di rischio per l’insorgenza dell’alluce valgo è l’uso di scarpe alte e strette in punta che hanno azione traumatica ed infiammatoria. Inoltre, le persone affette da alterazioni del piede come, per esempio, i piedi piatti hanno più probabilità di sviluppare l’alluce valgo. Esistono comunque diverse condizioni che espongono maggiormente allo sviluppo del valgismo: per esempio la lunghezza del primo metatarso, l’ipermobilità dell’articolazione metatarsale, il basso tono muscolare, alcune malattie neuromuscolari e del tessuto connettivo.
Tra gli accorgimenti da mettere in atto per evitare la comparsa di dolore vi è quella di evitare di svolgere quelle attività che costringono a stare in piedi per molto tempo. Sicuramente la raccomandazione più importante è quella scegliere calzature adeguate. La scarpa dovrebbe riprende la forma naturale dell’arco plantare, fornendo sostegno, protezione dagli urti e contenimento del piede.
La suola deve adattarsi al tallone e la parte anteriore deve essere spaziosa e flessibile. Il tacco non dovrebbe superare i 4-5 cm. Si consiglia inoltre di usare i plantari che possono aiutare a riallineare le ossa del piede evitando che il peso del corpo poggi tutto sulla parte anteriore del piede. Esistono anche dispositivi che permettono di distanziare le dita dei piedi ed evitare l’attrito tra loro. Se i sintomi sono gravi ed i trattamenti farmacologici e fisioterapici non efficaci si può prendere in considerazione il trattamento chirurgico.
Verruche plantari
Le verruche plantari si possono sviluppare sulla pianta del piede e/o sulle dita. Si tratta di protuberanze cutanee di piccole dimensioni che possono essere spesso dolorose e fastidiose. Sono causate dal papilloma virus che riesce a penetrare la pelle attraverso microlesioni. Il virus provoca la formazione di piccole escrescenze cutanee di forma tondeggiante che assumono la tipica colorazione giallo-grigiastra. Le verruche plantari virali sono più comuni durante l’infanzia e colpiscono il 20% dei bambini dai 4 ai 12 anni di età. Due terzi di queste lesioni si risolvono spontaneamente entro due anni.
Una revisione Cochrane ha messo in evidenza che l’acido salicilico è ottimo per il trattamento delle verruche plantari e la sua efficacia è sovrapponibile alla crioterapia ad azoto liquido. Inoltre un piccolo studio controllato randomizzato ha mostrato che l’ossido di zinco ha un’efficacia simile all’acido salicilico.
Calli
I calli sono degli inspessimenti (ipercheratosi) della pelle. Si formano a causa di insulti locali sull’epidermide, come sfregamento, attrito o pressione. Questi possono essere causati da fattori esterni come le scarpe e i movimenti ripetitivi, o fattori interni come deformità tipo l’alluce valgo o il dito a martello. Il trattamento di queste lesioni a volte dolorose si concentra sulla ridistribuzione delle forze per consentire alla pelle di guarire. Per ottenere un sollievo immediato possono essere usati vari dispositivi come cuscinetti a ciambella, cuscinetti paracalli o solette in schiuma di polietilene, barre metatarsali, cuscinetti per dita dei piedi in gel ecc. Vi sono pochi studi clinici riguardo a questi trattamenti. Molto efficaci sono le creme a base di acido salicilico per ammorbidire le lesioni ipercheratosiche.
Dolore metatarsale
Il dolore all’avampiede chiamato anche metatarsalgia riconosce diverse cause, tra queste può esservi il neuroma di Morton. Si tratta di una patologia che colpisce i nervi interdigitali che decorrono sotto e in mezzo ai metatarsi fino alle falangi per innervare le dita. È un tipo di fibrosi che si sviluppa a carico del tessuto nervoso che circonda il nervo sensitivo interdigitale. Il nervo più colpito è quello posto fra il terzo e il quarto metatarso.
Le cause più frequenti sono i traumi ripetuti, l’uso di scarpe strette o con tacchi alti, le continue sollecitazioni e le deformità del piede che provocano una trazione nervosa.
È raccomandato l’uso di inserti per scarpe per ridistribuire la pressione sull’avampiede e alleviare il dolore. Gli studi clinici a sostegno dell’efficacia dei plantari e degli inserti per il dolore ai piedi sono carenti. Diversi studi sono stati fatti invece nelle persone con piede cavo, artrite idiopatica giovanile e artrite reumatoide ed è stato dimostrato che i cuscinetti metatarsali sono efficaci per alleviare il dolore.
Tinea Pedis
La tinea pedis è chiamata anche piede d’atleta o tigna del piede. Si tratta di una patologia infettiva scatenata da funghi dermatofiti. È chiamata così perché colpisce soprattutto gli atleti e tutti coloro che frequentano luoghi affollati pubblici a clima caldo umido, posti ideali per la replicazione dei funghi.
La prevalenza della tinea pedis, o piede d’atleta, va dal 50% all’80%. La terapia consiste in trattamenti fungistatici come per esempio Miconazolo, clotrimazolo, tolnaftato e trattamenti fungicidi come l’allilammina terbinafina. I trattamenti più vecchi come l’acido undecilenico, sebbene ancora disponibili, sono meno efficaci. Una revisione Cochrane ha rilevato che le allilammine hanno tassi di guarigione leggermente più alti e richiedono meno tempo per la cura rispetto ad altri trattamenti topici.
Onicomicosi
L’onicomicosi è un’infezione funginea che interessa la lamina e/o del letto ungueale. In realtà non è frequente che dia dolore ai piedi anche se talvolta sia presente in forma lieve. I miceti più frequentemente coinvolti sono i dermatofiti come il Trichophyton rubrum oppure le muffe di tipo non dermatofitico come per esempio Aspergillus, Scopulariopsis e Fusarium. I pazienti che soffrono di candidosi mucocutanea cronica tendono ad avere anche l’onicomicosi provocata dalla Candida. Esistono una serie di fattori che predispongono maggiormente alla comparsa dell’infezione come per esempio distrofie dell’unghia che possono svilupparsi in seguito ad un trauma. Altri fattori predisponenti sono la psoriasi, il diabete, l’insufficienza vascolare periferica e deficit del sistema immunitario.
Le unghie colpite si deformano, spesso cambiano colore e diventano bianche o gialle oppure possono presentare macchie. Man mano l’unghia diventa friabile e lungo il margine libero può spezzarsi.
L’onicomicosi ha una prevalenza stimata dal 6% al 14% nella popolazione generale ed è più comune nelle persone con tinea pedis. Diversi studi hanno dimostrato che i trattamenti topici hanno scarsi tassi di guarigione a lungo termine rispetto ai farmaci orali.
Bibliografia
- Gill TK et al., Predictors of foot pain in the community: the North West Adelaide health study. J Foot Ankle Res. 2016;
- Menz HB, et al., The contribution of foot problems to mobility impairment and falls in community-dwelling older people. J Am Geriatr Soc. 2001;
- Martin RL et al., Outcome study of subjects with insertional plantar fasciitis. Foot Ankle Int. 1998;
- Rathleff MS, et al. High-load strength training improves outcome in patients with plantar fasciitis: a randomized controlled trial with 12-month follow-up. Scand J Med Sci Sports. 2015;
- Van Saase JL, et al., Epidemiology of osteoarthritis: Zoetermeer survey. Comparison of radiological osteoarthritis in a Dutch population with that in 10 other populations. Ann Rheum Dis. 1989;
- Shurnas PS. Hallux rigidus: etiology, biomechanics, and nonoperative treatment. Foot Ankle Clin. 2009;
- Grady JF et al., A retrospective analysis of 772 patients with hallux limitus. J Am Podiatr Med Assoc. 2002;
- Janisse DJ et al., Shoe modification and the use of orthoses in the treatment of foot and ankle pathology. J Am Acad Orthop Surg. 2008;
- Welsh BJ et al., A case-series study to explore the efficacy of foot orthoses in treating first metatarsophalangeal joint pain. J Foot Ankle Res. 2010;3:17.
- Nix S, et al., Prevalence of hallux valgus in the general population: a systematic review and meta-analysis. J Foot Ankle Res. 2010;
- Barnish MS, Barnish J. High-heeled shoes and musculoskeletal injuries: a narrative systematic review. BMJ Open. 2016;
- Singh D et al., Callosities, corns, and calluses. BMJ. 1996;
- Crawford F, Hollis S. Topical treatments for fungal infections of the skin and nails of the foot. Cochrane Database Syst Rev. 2007;
- Gupta AK et al., Prevalence and epidemiology of onychomycosis in patients visiting physicians’ offices: a multicenter Canadian survey of 15,000 patients. J Am Acad Dermatol. 2000;
- Gupta AK et al., Therapies for onychomycosis a systematic review and network meta-analysis of mycological cure. J Am Podiatr Med Assoc. 2015.