Il concetto di telemedicina nel tempo
18 Giugno 2023
Dott. Eugenio Marino
Nell’articolo precedente abbiamo esaminato la storia della telemedicina e i suoi precursori. In questo articolo, affronteremo il concetto di telemedicina in modo più approfondito.
Cosa s’intende per telemedicina?
Il termine “telemedicina” è un neologismo che deriva dalla combinazione delle parole “telematica” (cioè le nuove tecnologie informatiche utilizzate per la comunicazione) e “medicina”.
Inizialmente, la telemedicina veniva vista come un insieme di strumenti complementari alla medicina tradizionale, ma oggi si inserisce in un contesto più ampio, quello della salute digitale o e-health, assumendo una propria identità.
Una delle prime definizioni di telemedicina, come abbiamo già visto, risale a Bird, che nel suo studio “Teleconsultation: a new health information exchange system” (1) parla della telemedicina come: “la pratica della medicina senza il solito incontro tra medico e paziente…”; come si può dedurre da questa frase, la mancanza dell’incontro usuale (di persona) tra medico e paziente è ciò che prevale. Quindi, per Bird, il concetto di telemedicina si basava sull’assenza di questo incontro usuale.
Qualche tempo dopo, nel 1971, Willemain e Mark hanno aggiunto il concetto di localizzazione diversa tra medico e paziente: “qualsiasi sistema in cui il medico e il paziente si trovano in luoghi diversi”.
Nel 1975, Bashshur (3) ha descritto la telemedicina come un sistema di cura composto da 6 elementi, tra cui la separazione geografica, l’uso di tecnologie e uno staff per eseguire tutte le attività.
Mentre negli Stati Uniti la telemedicina era ampiamente utilizzata già dagli anni ’70, grazie anche all’attività della NASA e alle missioni spaziali, in Europa uno dei principali documenti risale agli anni ’80 e ’90 con il progetto “Advanced Informatics in Medicine” (AIM) (4).
Ci sono voluti molti anni affinché la telemedicina venisse riconosciuta come una pratica medica che non solo supporta la medicina tradizionale, ma la completa e la arricchisce.
Negli anni ’90, l’OMS ha definito la telemedicina come “la fornitura di servizi sanitari quando la distanza è un fattore critico, in cui gli operatori utilizzano le tecnologie dell’informazione e delle telecomunicazioni per scambiare informazioni utili per la diagnosi, il trattamento e la prevenzione delle malattie” (5).
La telemedicina in Italia
Ma come si è sviluppata la telemedicina in Italia?
In Italia, il 4 dicembre 2001, il senatore Bonatesta ha presentato un disegno di legge intitolato “Norme per la razionalizzazione e la diffusione dei servizi di medicina telematica”. Nel testo si legge: “Le nuove tecnologie e le telecomunicazioni aprono prospettive estremamente interessanti per la medicina in termini di prevenzione, diagnosi e cura.” L’articolo 1 (Definizione di telemedicina) afferma: “Per ‘telemedicina’, introdotta in via sperimentale dalla presente legge, si intende una particolare modalità di erogazione dell’assistenza sanitaria al di fuori dell’ambiente ospedaliero da parte delle istituzioni presenti sul territorio, che permette di fornire servizi sanitari in maniera integrata, superando i vincoli nella distribuzione territoriale delle competenze delle strutture preposte, della distanza tra medico e utente e della frammentazione temporale dell’intervento sul singolo assistito”.
Linee di indirizzo nazionale
Sempre in Italia, nel luglio del 2012, sono state pubblicate le prime Linee di indirizzo nazionale sulla Telemedicina approvate dall’Assemblea generale del Consiglio Superiore di Sanità (7). Viene definita telemedicina come “una modalità di erogazione dei servizi di assistenza sanitaria attraverso l’utilizzo di tecnologie innovative… in situazioni in cui il professionista sanitario e il paziente (o due professionisti) non si trovano nella stessa località. La telemedicina implica la trasmissione sicura di informazioni e dati medici… necessari per la prevenzione, la diagnosi, il trattamento e il successivo controllo dei pazienti. I servizi di telemedicina devono essere assimilati a qualsiasi servizio sanitario diagnostico/terapeutico. Tuttavia, la telemedicina non sostituisce la prestazione sanitaria tradizionale basata sul rapporto personale tra medico e paziente, ma la integra per migliorarne potenzialmente l’efficacia, l’efficienza e l’appropriatezza. La telemedicina deve rispettare tutti i diritti e gli obblighi propri di qualsiasi atto sanitario”.
In base a queste definizioni, la telemedicina assume un carattere ben definito:
- È un atto medico a tutti gli effetti.
- È una modalità di erogazione di servizi sanitari.
- Utilizza tecnologie innovative.
- Coinvolge la trasmissione di informazioni, immagini e documenti medici.
- Richiede la presenza di almeno un operatore sanitario.
- Ha una normativa specifica: non si riduce a una semplice videochiamata.
- La telemedicina è diventata un atto sanitario a tutti gli effetti e, sebbene non sostituisca la prestazione sanitaria tradizionale, la integra migliorandone l’efficacia.
Il passaggio da telemedicina a medicina digitale avviene qualche anno dopo: nel 2017, l’OMS introduce i concetti di salute digitale e e-health.
Ora che abbiamo compreso l’evoluzione della telemedicina, dobbiamo chiederci quanti di noi avevano sentito parlare della telemedicina prima della pandemia da COVID-19 e quanti l’avevano utilizzata.
Le statistiche parlano chiaro
Prima della pandemia, l’uso della telemedicina in Ontario, Canada, era basso, con 11 visite ogni 1.000 pazienti nelle aree rurali e 7 visite ogni 1.000 pazienti nelle aree urbane. Dopo la pandemia, le visite di telemedicina sono aumentate a 147 ogni 1.000 pazienti nelle aree rurali e 220 visite ogni 1.000 pazienti nelle aree urbane.
In Indonesia, gli utenti delle app di telemedicina sono aumentati del 101% rispetto al 2019.
Negli Stati Uniti, il numero di utenti che hanno utilizzato un servizio di telemedicina è passato da 300.000 nel 2010 a circa 28 milioni nel 2022.
L’uso delle visite digitali dopo la pandemia è aumentato di 38 volte rispetto al periodo precedente.
Le visite di telemedicina negli Stati Uniti sono passate dall’1% di tutte le visite mediche a marzo 2020 al 20% un mese dopo.
Anche gli studi scientifici sulla telemedicina sono aumentati in modo esponenziale. Su PubMed, se inseriamo la parola “telemedicine”, troviamo poco più di 30.000 risultati dal 1962 al 2018, mentre dal 2018 al 2023 ci sono quasi 30.000 risultati. In pratica, in soli 5 anni abbiamo raggiunto il numero di studi effettuati in 50 anni.
In conclusione, sebbene la telemedicina fosse presente da decenni, ha ricevuto una spinta solo con la pandemia.
Ora dobbiamo chiederci perché le persone non utilizzavano la telemedicina prima e quali sono i suoi vantaggi e svantaggi. Questi aspetti sono emersi solo ora, dopo il suo utilizzo su larga scala, ma sono argomento per un altro articolo.
- Bird KT. 1971. Teleconsultation: a new health information exchange system. Third Annu. Rep. Veterans Admin., Washington DC.
- Willemain TR, Mark RG. 1971. Models of healthcare systems. Biomed. Sci. In- strum. 8:9–17
- Bashshur RL. 1975. Telemedicine and med- ical care. In Telemedicine: Explorations in the Use of Telecommunications in Healthcare, ed. RL Bashshur, PA Arm- strong, ZI Youssef. Springfield, IL: Thomas. 356 pp.
- Advanced informatics in medicine in Europe, Commission of the European Communities, 01 September 1988.
- Gianfranco Gensini, Placido Bramanti, Gianni Donigaglia – Cosa si intende per telemedicina – Monitor 2021 n. 46.
- SENATO DELLA REPUBBLICA – XIV LEGISLATURA – N. 921 – DISEGNO DI LEGGE d’iniziativa del senatore BONATESTA COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 4 DICEMBRE 2001 – Norme per la razionalizzazione e la diffusione dei servizi di medicina telematica.
- Linee di indirizzo nazionali sulla Telemedicina approvate dall’Assemblea generale del Consiglio Superiore di Sanità il 10 luglio 2012.