Cardiochirurgia: La stenosi valvolare aortica
23 Gennaio 2020
La stenosi valvolare aortica è una patologia cardiaca tra le più diffuse nell’emisfero occidentale e, stando agli ultimi dati, la più diffusa in Italia.
Per stenosi valvolare aortica s’intende un restringimento nell’apertura della valvola aortica, che sta tra il ventricolo sinistro e l’aorta, consentendo il passaggio di sangue dal cuore alla circolazione sistemica.
Man mano che questo restringimento si aggrava la sintomatologia si fa più evidente.
Abbiamo la classica triade dei sintomi correlati alla stenosi aortica:
Tutti i sintomi sono legati al fatto che una quantità insufficiente di sangue passa, dal ventricolo, attraverso la valvola aortica.
La terapia chirurgica della valvola aortica è l’unica terapia possibile e va fatta all’insorgenza dei sintomi dal momento che la storia naturale della malattia può portare a morte il paziente entro 3 anni dall’insorgenza dei sintomi, in assenza di intervento.
La sostituzione valvolare aortica può avvenire: per via convenzionale con una circolazione extra-corporea, con l’arresto del cuore e la sostituzione della valvola dopo aver escisso la valvola nativa; o anche con un metodo trans-catetere, la cosiddetta TAVI.
La procedura standard può essere effettuata con l’uso di protesi biologiche, cioè fatte di tessuto animale (cardio bovino, valvole porcine) o valvole di materiali inerti (metallo) le cosiddette valvole meccaniche.
La procedura trans-catetere detta anche TAVI avviene attraverso il passaggio di una valvola pre-formata lungo l’arteria femorale fino all’aorta dove questa valvola viene rilasciata all’altezza di quella nativa.
Questa procedura non comporta l’uso della Circolazione extra-corporea, quindi, inizialmente nata e ancora utilizzata in pazienti a rischio troppo elevato per sostenere l’intervento classico.