Vulvodinia: perché se ne parla tanto
1 Giugno 2022
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Recentemente è stata presentata la proposta di legge per il riconoscimento della vulvodinia come malattia cronica. Si tratta di una malattia invalidante per tantissime donne, anche se non riconosciuta ufficialmente. Le conseguenze di tale situazione si riflettono della quotidianità di chi ne soffre e, per tale motivo, la vulvodinia dev’essere riconosciuta dal Sistema sanitario nazionale.
Che cos’è la vulvodinia?
La vulvodinia è un disturbo comune tra le donne di tutte le età. L’Organizzazione mondiale della Sanità descrive tale malattia come “una sensazione cronica di dolore, bruciore o irritazione della vulva”. Nonostante si tratti di una condizione compromettente e ostacolante nella quotidianità, fino a qualche mese fa la vulvodinia non era riconosciuta come tale. A contribuire a tale condizione, è sicuramente l’impossibilità di individuarne specifiche cause scatenanti. Si tratta, perlopiù, di un dolore che può presentarsi in modo spontaneo o solamente al tatto. È anche molto diverso dal dolore dovuto, ad esempio, all’endometriosi.
Alcuni studi rivelano che le donne affette da vulvodinia oggi siano circa il 15%. Purtroppo, non essendo ancora riconosciuta dal SSN, diventa difficile effettuarne una stima precisa e attendibile. Infatti, sono tante le persone che continuano a soffrirne, le quali non hanno ancora una diagnosi ufficiale. Allo stesso modo, le terapie sono spesso troppo costose, scarse e difficilmente accessibili. Ad oggi non esiste una cura definitiva per la vulvodinia e quasi tutte le terapie riescono solo a ridimensionarne i sintomi, senza eliminarne la causa scatenante.
Proposta di legge sulla vulvodinia
Il 13 aprile 2022 è stata presentata in Senato l’importante proposta di legge per far sì che la vulvodinia venga riconosciuta ufficialmente dal Servizio sanitario Nazionale. Un momento molto importante e un grande passo per le donne che da anni si battono affinché tale malattia sia riconosciuta. L’attivista Giorgia Soleri si è esposta in prima persona il 3 maggio durante la conferenza stampa tenutasi alla Camera, per raccontare la sua personale esperienza di sofferenza e, soprattutto, per rappresentare tutte quelle donne che – come lei – per anni hanno sofferto di un disturbo mai diagnosticato e riconosciuto.
Il testo della proposta di legge è il frutto di un lavoro multidisciplinare, che coinvolge medici, pazienti e legali e prevede 15 articoli finalizzati al riconoscimento – da parte del Ssn – della vulvodinia come una malattia cronica e invalidante. In caso di approvazione, è previsto l’inserimento, in ogni regione italiana, di almeno un presidio sanitario pubblico specializzato nella diagnosi e nella cura del dolore pelvico. In tal modo, le cure non solo diventeranno più accessibili, ma per la diagnosi si potranno sostenere dei costi minori, perché si potrà ricorrere alla sanità pubblica e non solo a quella privata.